Il giardino dei Giusti diffuso – Progetto scuola

La scultura pensata per stimolare il processo di elaborazione dei nostri ragazzi, nel solco di questo progetto che vuole incoraggiarne memoria ed altruismo,  è lineare nella sua struttura ma evocatrice di poliedrici messaggi.

Innanzitutto l’impiego del ferro, trattato corten, attribuisce all’opera il valore essenziale di un materiale che, seppur greve, imperituro mantiene forma e sostanza, accresciute dal continuo naturale invecchiamento cui è sottoposto.

Le forme-figure che si originano sono state pensate in una continua metamorfosi-mutamento, come di fatto l’essere umano che le ha generate. A ciò si aggiunge l’essenza di un cambiamento che è intrinseca nei ragazzi che si applicheranno a questo progetto: ovvero il passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza quale momento essenziale di formazione del “sé” e del “noi”.

La scultura vuole rimandare al fruitore un dinamismo instancabile, offrendo visioni diverse in base all’angolazione dalla quale si osserva; le forme mutano  nel loro apparire,  dialogano con la percezione di chi le guarda rappresentando l’essenza stessa del cambiamento. 

La scultura, plasmata insieme agli studenti,  sarà l’esito di una ricerca sull’espressività di fronte ai pieni ad ai vuoti che si offrono al loro sguardo: pieni e vuoti che, in una sorta di osmosi,  danno vita ad intrecci in una spinta irrompente  verso l’alto. Al pari di una farfalla, infatti,  la scultura  è pronta a spiccare il volo ed è il volo del fanciullo proteso verso nuove mete: con le sue inclinazioni, è un collegamento con l’immenso, è  libero e incondizionato come i sogni dell’essere ragazzo, nonostante sia trattenuto a terra dai fusti che lo compongono e lo delineano.

Le ali delle farfalle, come una cornice, conterranno le frasi o le immagini pensate dai ragazzi per delineare il Giusto da loro prescelto. L’esito della loro ricerca integrerà l’opera, divenendo “targa vivente” del messaggio che gli studenti  vorranno lasciare al fruitore. Altri studenti, nel futuro, potranno contribuire alla metamorfosi-evoluzione della scultura grazie alla presenza di pieni e vuoti predisposti per accogliere nuovi contributi.

Le forme espressive che la scultura saprà restituire, aldilà dell’insegnamento magistrale del Giusto prescelto, desidero rappresentino “l’eccezionalità del quotidiano” ovvero la consapevolezza che tutti noi, adulti o giovani, possiamo rappresentare la differenza con gesti non necessariamente eroici ma con l’attenzione, il garbo, la gentilezza verso l’altro che potrà farci agire sempre in maniera “giusta”  traducendo l’io in noi.

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