Il giardino dei Giusti diffuso

Le mie sculture/figure in ferro trattato sono state pensate in una continua metamorfosi/mutamento, un’atto inaspettato nel loro spazio temporale.

E’ un dinamismo instancabile, visione diversa differente dai punti di vista a secondo di come vengono collocate, mutano nel loro apparire, la posizione, la percezione, la fruibilità. Esse dialogano con l’esterno, sono parte cangiante del divenire. Una ricerca continua sull’espressività e la trattabilità dei vuoti, utilizzando anche come sfida un materiale pesante/greve come il ferro.

Le installazioni nascono come sinergia/osmosi/intrecci tra la natura, vivono e cambiano colore e forma con essa, si tendono la mano. La frase che narra il Giusto è stata concepita integrata nell’opera, un divenire intrinseco nella sua forma. Non un corpo assestante, installato fuori dall’opera ma un connubio nella sua totalità. Catturare lo spazio e il tempo, le sfaccettature del contemporaneo, tra materia e assenza, segni tangibili e l’effimero.

L’entità dei vuoti, come essere di per sé vivente, ricchezza di possibilità come nella cultura Orientale, un limbo vergine in cui si può navigare senza rotte, senza inibizioni.

La conformazione urbanistica del nostro Comune e la ricchezza arborea che la rende una vera e propria “città giardino”, suggeriscono, di per sé, la via maestra per rendere questo progetto fruibile, contestualizzato ed oltremodo attuale.

I cittadini avranno l’opportunità, vivendo i luoghi rappresentativi del territorio, di godere e rinnovare un’esperienza in cui Natura ed Uomo interagiscano guidati dal principio che il Giusto del luogo, saprà magistralmente suggerirci. Le Sue azioni saranno ispirazione e nutrimento per la Comunità cui apparteniamo e, come tutte le realtà che interagiscono, sapranno essere linfa vicendevole per il futuro.